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Schooner “America”

Schooner AmericaL’invito di Lord Wilton, Commodoro del Royal Yacht Squadron, rivolto ai soci del New York Yacht Club per una visita al Royal Yacht Squadron nel periodo delle regate estive di Cowes, offre l’opportunità al Commodoro John Cox Stevens di dimostrare ai cugini d’oltre Atlantico il livello tecnico raggiunto dalla marineria dell’ex colonia di Sua Maestà e di far conoscere nel contempo all’Europa, per mezzo dell’Esposizione Mondiale in svolgimento a Londra, alcuni dei prodotti della nascente industria americana.
I fondi necessari alla costruzione di un veliero, con il quale presenziare all’invito, sono raccolti formando un sindacato che, oltre al promotore, ha come soci il di lui fratello Edwin Augustus Stevens più Hamilton Wilkes, George L. Schuyler, John K. Beekam Finlay, e il Colonnello James Alexander Hamilton.
La messa in opera dell’imbarcazione è affidata al cantiere William H. Brown con un contratto che prevede la riduzione di un terzo del compenso pattuito se nella serie di prove comparative previste la barca non dimostri essere la più veloce e il riacquisto, da parte del cantiere, in caso di esiti poco esaltanti della trasferta inglese.
Disegnata da George Steers, affermato progettista di battelli pilota, lo schooner “America” si discosta sostanzialmente dalle barche inglesi. Lo scafo di 101 piedi fuori tutto con prua affilata e poppa piena e arrotondata, ha una lunghezza al galleggiamento di 90 piedi e una larghezza massima di oltre 22.

PercorsoCoppaAmericaIl 21 luglio 1851, lo schooner “America” salpa per l’Inghilterra in rappresentanza del New York Yacht Club.
Ad accoglierla a Le Havre sono John Cox Stevens, il fratello Edwin e James Hamilton, sbarcati sul posto da un piroscafo di linea. Dopo una breve sosta nel porto francese “America” si trasferisce a Cowes. Il veliero, tanto diverso dai canoni britannici, è accolto con enorme curiosità.
I tre armatori, ospiti dall’esclusivo Yacht Club, sperano poter recuperare parte delle spese con scommesse sui match tra “America” e i velieri dei soci dello Squadron. Tutti i tentativi fatti al riguardo, anche mettendo in palio un’ingente somma, sono gentilmente ignorati dagli armatori inglesi (si dice per non ridicolizzare l’ospite). L’unica opportunità che ha “America” per misurarsi con le barche inglesi è data dalla “Royal Yacht Squadron £100 Cup”, regata di 53 miglia, con partenza/arrivo a Cowes – periplo in senso orario dell’isola di Wight – in programma il 22 agosto 1851 e aperta ai velieri di Club di tutte le nazioni, con un premio in denaro di 100 ghinee e una delle sei brocche placcate argento fuse in una lega di stagno, antimonio e rame prodotte nel 1848 nel laboratorio degli argentieri R&S Garrard of England.
Su insistente richiesta di Stevens e dei suoi associati la classifica è stilata in tempo reale e non con il calcolo dei compensi, così caro agli inglesi ma poco gradito dagli americani.
Alle ore 10:00 del 22 agosto, presenti sullo yacht reale “Victoria and Albert” la Regina Vittoria e il consorte Principe Alberto, salpano le ancore i quattordici velieri inglesi (sei golette e otto cutter, il meglio della flotta del Solent) e “America”, che per problemi all’ancoraggio, parte per ultima. Nonostante ciò, dopo la prima ora di regata “America” è quinta. All’altezza di Sandhead, “Arrow”, la più blasonata delle barche inglesi, si arena e “Alarm”, per prestarle soccorso, è costretta al ritiro. “Freak” e “Volant” escono di scena a seguito di una collisione. Al giro di boa a Norman’s Land, un paio d’ore dalla partenza, “America” è in testa al gruppo.
Al passaggio del battello-faro di Mab, Richard C. “Old Dick” Brown, skipper di “America”, sfruttando il fatto che le Istruzioni di Regata non specificano il lato sul quale lasciarlo, (ovvio, per gli inglesi, poiché il battello sta a segnalare i bassi fondali vicino alla costa), passa all’interno accorciando il percorso di qualche miglio; alle ore 17:50, all’altezza di Needles, ”America” strappa la controranda montata ex-novo prima della partenza. L’incidente non preoccupa minimamente gli americani, il distacco da “Aurora” è di oltre sette miglia, distanza che il piccolo cutter inglese riesce solo in parte a recuperare con il calare del vento sul finire della regata.
Alle 20:37, dopo dieci ore e trentasette di regata, ”America” taglia il traguardo di Cowes; “Aurora” la segue a 18 minuti; con un’ora di ritardo giunge “Baccante” seguita 10’ dopo da “Eclipse” mentre la goletta a palo “Brilliant”, entra nel porto di Cowes con oltre cinque ore di ritardo. Per vari motivi gli altri velieri non tagliano il traguardo.
Il reclamo, presentato dalle barche inglesi per il passaggio del faro di Mab, è respinto dal Comitato di Regata.
Dopo la vittoria di “America” John Cox e soci, ora possessori del trofeo, intitolano la Brocca “the One Hundred Guinea Cup”.

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