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L’Arsenale della Real Marina

La Real Fonderia di Palermo nel 1835. Era nata come arsenale alla Cala.

La Real Fonderia di Palermo nel 1835. Era nata come arsenale alla Cala.

All’inizio del XVII secolo l’arsenale della città sorgeva nell’edificio posto nella odierna Piazza Fonderia, costruito nel 1601 proprio come arsenale per le regie galere, ormeggiate sul fondo del porto della Cala. Dopo poco tempo, in seguito all’espansione del porto di Palermo con la costruzione del nuovo molo più a nord (1567-1590), si decise di spostare anche l’arsenale in un luogo più conveniente e spazioso, lasciando al vecchio edificio il ruolo di fonderia per le artiglierie (Real Fonderia alla Cala).

Il nuovo arsenale, di forma rettangolare, venne costruito tra il 24 gennaio 1621, giorno in cui fu posata la prima pietra, ed il 1630, su progetto dell’architetto palermitano e ingegnere del senato Mariano Smiriglio. La costruzione dell’arsenale, iniziata sotto il Viceré Francesco de Lemos duca di Castro per iniziativa di don Diego Pimentel (all’epoca Generale delle Galere di Sicilia), si protrasse per circa nove anni e terminò sotto il vicereame di Francisco Fernández de La Cueva duca di Alburquerque. La data di completamento è testimoniata anche dall’iscrizione in facciata che recita:

Philippi IV Hispan, utrisque Siciliae regis III, auspiciis augustis, navale armamentarium inchoatum, perfectum an. Salutis MDCXXX

(“Con i felici auspici di Filippo IV di Spagna, III re delle Due Sicilie, l’incompiuto arsenale navale fu completato nell’anno della Redenzione 1630”).

Palermo - Magazzini dell' Arsenale da Voyage en Italie et Sicile 1831- 1832 C-A Questel

Palermo – Magazzini dell’ Arsenale da Voyage en Italie et Sicile 1831- 1832 C-A Questel

L’edificio, di pianta pressappoco quadrata e definito da Francesco Baronio “romana potentia dignum”, presenta una massiccia facciata a due ordini ispirata ai canoni del tardo manierismo sul prospetto principale mentre sugli altri tre lati ha il solo piano terreno. Questo è costituito da quattro ampi vani coperti va lunghe volte a botte disposti trasversalmente rispetto alla costa, che dovevano ospitare le navi in costruzione o da riparare, circondati ai lati e dietro da una serie di magazzini coperti da volte a crociera. Questa disposizione è riconoscibile in facciata, nei quattro grandi fornici bugnati al centro del piano terra, separati da forti paraste aggettanti. Le stanze al piano superiore, definito dalla forte cornice marcapiano aggettante, erano sede degli uffici e appartamenti dell’ammiragliato le cui finestre a edicola di gusto rinascimentale gurdavano sul porto grande. Di fronte all’edificio, in corrispondenza dei fornici maggiori, erano disposti quattro scivoli per il varo delle imbarcazioni (oggi non più visibili, ma i cui resti sono ancora sepolti sotto il manto stradale del piazzale antistante l’Arsenale).

La costruzione di unità da guerra della Real Marina continuò fino circa al 1770 quando, a causa dell’introduzione di tipologie navali più moderne che non era possibile costruire nell’edificio, l’attività di costruzione navale si concentrò principalmente su naviglio mercantile: polacche, feluche, lance a remi, “sardare” e “alalongare” (barche per la pesca delle sardine e delle alalunghe). L’edificio mantenne la sua funzione cantieristica fino al 1797, anno in cui fu costruita e varata l’ultima nave mercantile a remi (l’Archimede del mercante Sommariva). Durante questo periodo continuò comunque regolare la costruzione di barche cannoniere.

Oltre alle attività di cantiere avevano luogo nell’arsenale anche alcune attività del Real Corpo d’Artiglieria. A questo scopo il decreto del 1815 che regola le assegnazioni del corpo destina all’arsenale di Palermo un guarda-magazzino principale, un aiutante, due guarda-magazzini di 1ª classe, due di 2ª classe, un conduttore, un sotto-fonditore, un controllore di 2ª classe per la montatura d’armi, un revisore per la sala d’armi.

L'Arsenale della Real Marina in una foto del 1908.

L’Arsenale della Real Marina in una foto del 1908.

Nei primi anni dell’Ottocento i locali al piano superiore dell’arsenale, originariamente destinati ad appartamenti per i comandanti della squadra delle galere, vennero adibiti a luogo di detenzione per i condannati “al remo e alla catena”. Dopo l’unità d’Italia venne anche brevemente utilizzato come ufficio postale e caserma della Guardia di Finanza.

Nel 1943 fu seriamente danneggiato dai bombardamenti, perdendo tutta la parte retrostante insieme alla piccola chiesetta attigua di S. Maria.

Dopo i lavori di restauro eseguiti dalla Soprintendenza l’edificio è stato adibito nel 1999 a spazio museale, e affidato in gestione ai membri del “Comitato pro Arsenale Borbonico”. Oggi l’edificio ospita attività della Soprintendenza del Mare, dell’Associazione “Amici della Soprintendenza” e dell’Associazione Culturale “Museo del Mare e della Navigazione Siciliana «Florio»”

Fonti:

  • G. Di Marzo (a cura di), Diari della città di Palermo dal secolo XVI al XIX, Volume 14, Palermo 1873, pagg. 64-65.
  • Collezione delle leggi e decreti reali del Regno di Napoli per l’anno 1815, volume II, Napoli 1816, pag. 620.
  • G. E. Di Blasi, Storia cronologica dei viceré, luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia, Palermo 1842.
  • P. Maniscalco, Arsenale di Palermo – Museo del Mare. Immagini e storia, Palermo 2010.
  • C. De Seta – M. A. Spataro – F. SPatafora – S. Troisi, Palermo città d’arte, Palermo 2009, pp. 99-100.

 

(Ultimo aggiornamento: 07/01/2017)

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